Che cosa mi manca in quarantena_
Quarantena

I nostri bisogni durante la quarantena

CHE COSA CI MANCA IN QUESTA QUARANTENA? QUALI SONO I BISOGNI CHE EMERGONO CON MAGGIORE FORZA? RIFLETTIAMO INSIEME SU QUELLO DI CUI SENTIAMO BISOGNO.

Qualche giorno fa sulle mie pagine social (https://www.facebook.com/LorenzaDiGaetanoPsicoterapeuta/videos/157684545517695/?modal=admin_todo_tour) vi ho chiesto di raccontarmi che cosa vi manca maggiormente in questo periodo di reclusione e faticoso isolamento. Sono arrivate molte risposte, come mi aspettavo. Abbiamo tutti un grande bisogno di conforto e di vicinanza perché ci troviamo tutti nella stessa situazione, ad affrontare questo virus dalle mura di casa. Ovviamente c’è chi sta provando ogni giorno a sconfiggerlo lavorando negli ospedali o garantendo servizi che risultano essenziali per non bloccare del tutto il Paese. A queste persone va il mio ringraziamento e un grande affettuoso abbraccio. Ma per la maggior parte di noi questo è il momento della quarantena e quindi è a voi, amici, che mi sono rivolta.

Veniamo ai nostri bisogni e cerchiamo di capire che cosa ci manca davvero in questa quarantena.

Come prevedibile, l’aspetto che ho riscontrato maggiormente è la mancanza degli affetti. Stare lontani dalla famiglia, dagli amici, dai fidanzati, è in alcuni momenti davvero straziante. Non vi nego che tutte le volte che guardo un video o una pubblicità (per esempio quella di quella famosa marca di panettoni e colombe pasquali) in cui ci si rivolge ai propri cari lontani mi scende una lacrima. Chiaro che la situazione più difficile da questo punto di vista è quella di chi è in casa da solo. Conosco molte persone che vivono in piccoli appartamenti in solitudine, magari senza neanche un balcone da cui affacciarsi per vedere cosa succede (o non succede) là fuori. L’amore che proviamo per gli altri ha bisogno di essere manifestato, non solo a parole. C’è bisogno di fisicità, di toccarci, abbracciarci… altrimenti la sensazione è di evanescenza, quasi di irrealtà. E molti di voi nel parlarmi della mancanza dei propri affetti mi ha descritto un momento, un gesto, un’abitudine. Andare in un certo bar, cenare il sabato sera, passeggiare mano nella mano.

Un altro elemento emerso più volte è la parola libertà.

Libertà di andare dove si vuole, di uscire soprattutto senza avere paura di essere giudicati. Libertà di fare senza rendere conto, senza giustificazioni o autocertificazioni. E per opposto un’altra parola emersa più volte è “carcerato”. La massima privazione di libertà.

Ma anche la libertà di progettare per il futuro. Qualcuno mi ha detto: mi manca “la possibilità di fantasticare sui progetti futuri, che sembrano congelati” in questo momento. Ho parlato con persone che stavano comprando casa prima di questa quarantena, con persone che avevano programmato un matrimonio. Sono saltate vacanze all’estero, rientri in famiglia per Pasqua. Lo capisco molto bene, mi tocca proprio da vicino. Anch’io ho dovuto rimandare un grande progetto perché questo 2020 sembra non voglia darci tregua. E questa incertezza ci fa sentire congelati, appunto, come i nostri progetti. Immobili, senza la possibilità di sapere quando tutto finirà e potremo tornare a programmare le nostre vite.

Un’altra parola ricorrente mi ha colpito molto. Contatto, nel senso più letterale. Contatto come toccare le cose, le persone, concetto che rimanda alla concretezza di ciò che abbiamo davanti. Come dicevo, contatto che sconfigge quella sensazione di irrealtà che caratterizza questa quarantena. In questo periodo è davvero facile farsi sopraffare dalla fantasia, dal fantasticare, dal rifugio in un mondo che non esiste o forse sì ma non ne abbiamo conferme. Per questo la concretezza del toccare ci àncora, ci fa mettere le radici, in questa liquida e scivolosa realtà. E in qualche modo ci conforta.

Cos’altro ci manca in questa quarantena?

I soldi, il lavoro così come lo svolgevamo prima del covid-19, camminare, fare attività fisica all’aperto, andare al supermercato per comprare solo una  birra e un pacco di patatine. Il pranzo della domenica con i genitori, un pic nic al parco nel fine settimana, la grigliata di Pasquetta, perdersi in libreria per scegliere il prossimo romanzo da leggere. E poi – e questo lo dico davvero con il cuore pieno di commozione e di speranza – il MARE…

 

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