mezzi di controllo in relazioni di dipendenza
Dipendenza affettiva,  Social network

Tecnologie al servizio delle dipendenze affettive

È oggi evidente come i nuovi mezzi tecnologici costituiscano degli strumenti in grado di allargare la nostra esperienza nel mondo e la comunicazione. Essi abbattono completamente le barriere e i limiti cui le interazioni faccia-a-faccia ci costringono.  L’assenza di limiti spaziali e la possibilità di utilizzo in tempo reale rendono strumenti come il cellulare mezzi indispensabili di controllo all’interno di relazioni di dipendenza. In questi legami patologici il cellulare acquisisce, dunque, diverse funzioni. Innanzitutto, esso diviene mezzo di controllo reciproco.

 

Un esempio concreto

Una paziente che seguivo anni fa mi raccontò che quando usciva il suo ex pretendeva che lei gli inviasse fotografie di se stessa e del luogo in cui si trovava in quel momento. Il compagno utilizzava questa procedura anche quando la donna si occupava di faccende quotidiane, come fare la spesa. La stessa cosa accadeva se si trovava in compagnia dei familiari, i quali venivano coinvolti a loro insaputa nelle istantanee.

 

Se il cellulare attenua la paura di essere abbandonati

La possibilità di avere la partner sempre in contatto, di poterla sorvegliare, placava l’ansia, almeno temporaneamente, dell’uomo. Inoltre il cellulare in questi casi regola le angosce che la persona prova rispetto alla separazione dal partner. Attraverso i social network queste dinamiche vengono amplificate: ad esempio, rispondendo ai bisogni di essere visti, riconosciuti e approvati, Facebook consente al tempo stesso la possibilità di controllare i suoi iscritti, tracciarne i percorsi e conoscerne anche aspetti intimi. Un partner geloso della propria compagna avrà facilmente accesso ad alcune informazioni come: che luoghi visita, chi frequenta, con chi interagisce. In questo senso i cellulari così come altri strumenti diventano mezzi di controllo in relazioni di dipendenza. È chiaro che affinché questo avvenga è necessario un uso inappropriato dello strumento, che mette seriamente e pericolosamente in dubbio il concetto di privacy.

Dall’altra parte, per una persona dipendente un cellulare che non squilla o l’assenza di messaggi sulle chat possono significare senso di vuoto, isolamento, inferiorità, inadeguatezza, fallimento sociale.

Ancora la paziente sopra citata mi confessò che controllava gli accessi a WhatsApp del fidanzato per verificare che la contattasse tutte le volte che apriva l’applicazione. Se questo non accadeva, il suo pensiero era che lui non fosse interessato a lei o che volesse lasciarla. Altre volte pensava che lui la tradisse con altre donne.

 

Se ci riconosciamo in qualcuna di queste descrizioni, consideriamolo un campanello di allarme della nostra relazione di coppia, incastrata in dinamiche di controllo molto pericolose per entrambi i partner. E ricordiamoci che i mezzi di comunicazione devono facilitarci la vita, non complicarla ulteriormente!