La fine di una storia comporta delle perdite
Relazioni amorose

Fine di una storia: come andare avanti?

Cosa succede quando si chiude una storia?

La fine di una relazione comporta una serie di perdite. La perdita della persona amata, che ci provoca sentimenti contrastanti che vanno dalla tristezza alla rabbia. La perdita del “mondo a due” che avevamo costruito insieme al partner, cioè una visione del presente ma soprattutto del futuro mediata dagli occhi di entrambi i membri della coppia e quindi fatta di idee, pensieri sul mondo, ma anche di progetti futuri e pianificazioni. Infine, la perdita dell’immagine di noi stessi così come ce la rimandava il partner, quindi l’immagine di noi come persone degne di essere amate. La fine di una relazione, quindi, ci fa sentire totalmente smarriti, vuoti, senza punti di riferimento. Questa rottura comporta un certo tempo, variabile da persona a persona, per essere elaborata e gradualmente superata.

Cosa accade a questo punto, come fa la persona ad aprirsi nuovamente?

Supponendo che questo processo di elaborazione avvenga in modo “regolare”, senza intoppi, e che dopo qualche mese o anno la persona sia uscita definitivamente dalla precedente storia, possiamo dire che comunque questo costituisce un passaggio delicato per tutti. Abbiamo sofferto, ci siamo sentiti traditi, abbandonati, e l’idea di aprirci a qualcun altro ci spaventa.

Perché siamo impauriti?

Innanzitutto perché, come abbiamo detto, la separazione ha portato al crollo di una serie di certezze costruite nel tempo e con cura, quindi abbiamo paura di sentirci di nuovo smarriti, proprio adesso che abbiamo ripreso in mano la nostra vita. Inoltre, abbiamo paura di aprire il nostro cuore, di mostrare la nostra intimità e la nostra fragilità nuovamente a qualcuno che potrà farne un cattivo uso, cioè potrà ferirci. In sostanza, abbiamo paura di soffrire ancora. Questo perché è stata minata la fiducia che avevamo riposto negli altri e, per alcuni, la fiducia  nelle proprie capacità di scelta dei partner. E qui possiamo commettere due errori. Da un lato possiamo generalizzare, cioè pensare che tutti gli uomini o tutte le donne siano uguali, che tanto ci faranno stare male comunque e quindi che in ogni caso è meglio non fidarsi. Dall’altro lato possiamo fare l’errore di non fidarci di noi stessi perché crediamo che non saremo mai capaci di scegliere il “giusto” partner, avendo magari collezionato una serie di fallimenti amorosi.

Come si esce da questo stallo?

La fine di una relazione comporta delle perditePer prima cosa, non considerando la ricerca di un nuovo partner come lo scopo della vita. Conoscere persone, frequentarle, capire che si può intraprendere una relazione, sono tutte cose che accadono quando non le stiamo cercando. O meglio, è così che le affrontiamo in modo naturale, senza pressioni e aspettative troppo irrealistiche ed elevate, altrimenti possono rivelarsi delle forzature e arrecarci solo malessere. Poi per esempio si può cominciare a pensare che riporre la fiducia in qualcuno (anche in noi stessi) sia un processo graduale e lento. Inoltre, si tratta di una scelta e non di qualcosa che subiamo o ci viene chiesta. Infine non si deve dimenticare che aprirsi al mondo, non solo a nuove relazioni di coppia, è fondamentale per il nostro benessere psico-fisico. Essere delusi o feriti è un aspetto connaturato nelle relazioni di ogni tipo, non possiamo evitarlo chiudendoci a riccio. Bisogna accettare il rischio, comprendere che la sofferenza fa parte dell’esperienza e riuscire a trovare dentro di sé le risorse e la forza per andare avanti e imparare qualcosa.

Di seguito il link della mia intervista a Radio Veronica One su questa tematica: https://www.facebook.com/280584489272947/videos/675982676164616/